La fioritura dei ciclamini, a seconda della specie, può durare tutto l’ inverno, mentre in estate vanno a riposo, in modo da non sprecare, specie di questi tempi, la preziosa acqua di irrigazione.
Il nome del genere Cyclamen (famiglia Primulacee), deriva dal greco “kyklos” (cerchio), probabilmente in riferimento alle radici tuberose rotonde secondo alcuni, o secondo altri, alla capacità del peduncolo fiorale di ripiegarsi su se stesso a spirale in attesa della maturazione dei semi.
Già pianta nota al tempo dei Romani, fu descritta nelle Historie naturalis di Plinio il Vecchio, come fosse un amuleto da piantare allo scopo di proteggersi dai serpenti.
Tutte le specie sono originarie dl bacino del Mediterraneo, in particolare Turchia ed Asia minore vedono ancora la massima concentrazione allo stato selvatico di Cyclamen, da cui , tramite accurate selezioni, vennero poi create tutte le varietà presenti oggi sul mercato, che però poco mantengono delle caratteristiche originarie: si tende oggi infatti ad enfatizzare la dimensione del fiore, la rifiorenza prolungata e l’ampia gamma di colorazioni (dal bianco puro al viola scuro, passando per tutte le tonalità di rosa, fucsia, cremisi e rosso, incluse forme bicolori, tricolori e variegate).
In Italia sono presenti nei nostri boschi tre specie allo stato selvatico: Cyclamen repandum, C. hederifolium (detto anche neapolitanum)e C. purpurascens (detto anche C. europaeum); quest’ ultimo è l’unico a fioritura estiva, e l’ unico la cui emissione fogliare è antecedente alla formazione del fiore.
Le foglie sono cuoriformi o reniformi, a seconda della specie, di un bel colore verde brillante, e la loro pagina superiore può essere biancastra o mostrare segni di variegature.
I fiori sono tutti singoli e peduncolati, e presentano corolla e calice con 5 elementi (pentameri); quest’ ultimo permane poi a sostegno della capsula che conterrà i semi, i quali impiegano fino a un anno per la completa maturazione.In natura essi possono essere dispersi dalle formiche (dispersione per mirmecoria).
Tutte le cultivar oggi in coltivazione derivano tutte da un comune genitore, il Cyclamen persicum.
Cura e coltivazione: importante distinguere la coltivazione in vaso da quella in piena terra in giardino.
Nel primo caso, troviamo in genere le piante di varie dimensioni già pronte alla fioritura sui bancali di vivai e garden center e talvolta anche negli espositori all’ interno dei supermercati.
Importante collocare la pianta all’esterno (non teme il freddo di città), avendo l’ accortezza di annaffiarla a partire dal basso, dal sottovaso, rimuovendo poi l’ acqua in eccesso; questo per evitare marciumi a livello del bulbo/tubero rotondo, molto superficiale che non gradirebbe una “cascata” d’ acqua diretta centrale
Evitare le esposizioni al sole diretto e quelle molto ventose.
Utile anche contro marciumi, la periodica eliminazione di foglie e fiori secchi/sfioriti direttamente tirandoli via direttamente con tutto il picciolo dalla base.
Con l’arrivo delle primavera e ancor di più col sopraggiungere dei primi caldi, le piante tenderanno ad andare spontaneamente in riposo: da questo momento è importante diminuire tutte le annaffiature fino al disseccamento di tutte le foglie, che confermeranno il fatto che la pianta è entrata in dormienza, e va conservata in luogo fresco ed ombreggiato.
Non sono più necessarie irrigazioni fino poi ad inizio autunno, quando nuove foglie cominceranno a rispuntare dal terreno.
In giardino invece andrà piantato in un terreno sciolto e ricco di sostanza organica (anche qualora si parta direttamente dal bulbo), assicurandogli un buon drenaggio. Non sono esigenti in fatto di Ph. La posizione migliore per il loro interramento è alla base di un albero con chioma leggera o sotto un filare di arbusti.
La moltiplicazione avviene per seme, operazione facile ma piuttosto lenta in quanto le piantine così ottenute possono impiegare fino a due anni per fiorire; nel caso di vecchi esemplari l’operazione più semplice risulta la divisione del bulbo/tubero in più parti, ognuna provvista di occhi o gemme, maggiore è il diametro assunto da questo organo sotterraneo, più vecchia è la pianta.
I ciclamini sono piante che richiedono pochissima concimazione, la quale provocherebbe uno smisurato accrescimento fogliare a discapito della fioritura.
Attenzione invece alla sua tossicità diffusa: se ingerite le sue parti (in particolar modo comunque le radici) sono pericolose per uomo ed animali domestici, causando irritazione gastrointestinale accompagnata da nausea e vomito.
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