Contrastare il fumo di sigaretta, gas rilasciati da mobili e detersivi negli spazi chiusi? Facile e piacevole, basta circondarsi delle giuste piante
Abitano nelle nostre case fin dal XVIII secolo, da quando furono introdotte nel Vecchio continente. Sono le piante da appartamento, capaci di colorare di verde ogni ambiente, regalando benessere a chi vi abita; vengono dalle foreste tropicali e subtropicali, e dunque, salvo eccezioni, temono il sole diretto tanto quanto il freddo.
Ma sembrano invece avere meno paura degli inquinanti domestici, come il fumo di sigaretta, o i gas tossici rilasciati dai mobili, complementi d’ arredo, detersivi.
Alcune delle numerosi fonti d’inquinamento degli spazi chiusi, i cui effetti sulla salute sono diversi, tanto che la Agenzia di protezione dell’ ambiente degli USA , l’ EPA, parla di “sick building syndrome”, letteralmente “sindrome dell’edificio malato”. Un insieme di disturbi, come bruciore agli occhi, irritazione cutanea, sonnolenza, sinusite e cefalea che possono colpire chi rimane a lungo in ambienti chiusi.
Per ridurre l’inquinamento domestico, più di quindici anni fa scese in campo anche la Nasa, con l’ analisi da parte dello scienziato Bill Wolverton di quali piante potessero svolgere funzione depurativa, arrivando a determinare che per uno spazio di media ampiezza (dai 40 ai 60 MQ) ne servono quattro o cinque. (per approfondimenti , molto utile il libro da lui scritto “Amiche piante”, Armenia editore)
I suoi esperimenti avvennero in moduli di plexiglas chiusi, dove osservò che grazie ai vegetali, la concentrazione di elementi nocivi diminuiva col passare del tempo.
L’ assorbimento di tali sostanze avviene attraverso gli stomi, microaperture della superficie fogliare deputate allo scambio di gas con l’ esterno, ed in parte vengono trasformati durante i processi metabolici, in zuccheri,lipidi ed acidi organici, in parte sono traslocati alle radici. Qui, una volta espulsi, vengono anche loro trasformati in zuccheri, lipidi ed acidi organici da batteri aerobici (che per vivere richiedono ossigeno), presenti nel terreno. Una minima percentuale di veleni, infine, raggiunge direttamente i batteri penetrando attraverso le fessure del suolo.
Ma quali sono le più adatte? La felce di Boston detiene il primato di assorbimento di formaldeide e xilene, la gerbera distrugge efficacemente il benzene, varie palme riducono concentrazione di toluene, e le dracene che divorano tutti i gas.
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Raccomandazione utile è aprire spesso le finestre, ove possibile: troviamo una quantità di inquinanti doppia in edifici a ventilazione automatizzata, dove l’ aria che circola è sempre la stessa
Di seguito una breve tabella utile per la scelta delle specie in funzione delle proprie esigenze.
La scelta dunque è ampia: vale la pena di circondarsi di verde e regalare un po’ di tempo alla cura delle piante. Per liberare la mente dai pensieri e l’ aria dai veleni.